LA FITODEPURAZIONE- Linee guida e possibilita’ di applicazione ai reflui enologici

Da Triple Performance.

Il documento si concentra sulla promozione e applicazione delle tecniche di fitodepurazione per il trattamento dei reflui enologici, evidenziandone i principi, le tipologie impiantistiche, i criteri di progettazione e gestione. Ha lo scopo di fornire linee guida tecniche e normative per incentivare l'uso di sistemi naturali e artificiali di depurazione che rispettino l'ambiente e migliorino la qualità delle acque di scarico provenienti dalle attività vinicole, integrando aspetti di sostenibilità e riutilizzo. È indirizzato a produttori vitivinicoli, progettisti di impianti, enti pubblici e soggetti coinvolti nella tutela ambientale e nella gestione sostenibile delle acque reflue.

LA FITODEPURAZIONE

La sezione introduce il concetto di fitodepurazione, una tecnica naturale basata sui processi degli ecosistemi umidi, utilizzata storicamente per il trattamento delle acque reflue e sviluppata come sistema artificiale controllabile (Constructed Wetlands). Viene evidenziata l'evoluzione storica e il confronto tra zone umide naturali e sistemi artificiali, sottolineando i vantaggi dei sistemi di fitodepurazione rispetto alle aree naturali, in termini di affidabilità e controllabilità del processo depurativo.

DALLE AREE UMIDE NATURALI ALLA FITODEPURAZIONE

Questa sezione descrive le zone umide naturali come ambienti caratterizzati da vegetazione idrofila e comunità microbiche che rimuovono sostanze inquinate attraverso processi biologici, fisici e chimici. Si analizza il loro utilizzo storico e il recente sviluppo di sistemi artificiali (Constructed Wetlands), con vantaggi di maggiore efficienza e gestione rispetto alle zone umide naturali. Viene inoltre evidenziato il ruolo crescente di questi sistemi nella depurazione in Italia e nel mondo.

PRINCIPI GENERALI DI FUNZIONAMENTO

Il processo di fitodepurazione coinvolge piante, batteri e substrato, con le piante che creano canali di flusso, trasferiscono ossigeno e assorbono nutrienti, mentre i microrganismi decompongono i contaminanti. I principali processi depurativi includono filtrazione, adsorbimento, assimilazione e degradazione batterica, con l'obiettivo di convertire sostanze in inquinanti in componenti più semplici e innocui, permettendo il trattamento naturale delle acque reflue.

VANTAGGI, PRESTAZIONI ED APPLICAZIONI

Gli impianti di fitodepurazione sono caratterizzati da bassi costi di gestione, assenza di odori, alta efficacia nel rimuovere sostanze organiche e compatibilità ambientale. Sono particolarmente adatti a trattare reflui domestici, industriali organici e scarichi irregolari, con possibilità di riutilizzo dell'acqua trattata. Viene anche evidenziato il loro ruolo nel miglioramento paesaggistico e nella creazione di zone humide artificiali.

PRINCIPALI TIPOLOGIE DI IMPIANTO

Le tipologie principali sono i sistemi a flusso sommerso, a flusso superficiale e sistemi misti. Questi si differenziano per il modo di scorrimento del refluo, la presenza di piante acquatiche e substrati come ghiaia, zeoliti, o materiali specifici. Si tratta di sistemi orizzontali, verticali o combinati, scelti in funzione delle caratteristiche del refluo e delle esigenze di trattamento.

ALTRE TIPOLOGIE DI IMPIANTO

Vengono illustrati altri sistemi come stagni biologici e lagunaggi, caratterizzati dalla presenza di piante e comunità microbiche, e progettati per la rimozione di nutrienti e inquinanti. Questi sistemi sono variabili in composizione e funzionamento, e possono offrire alternative o integrazioni alle zone umide artificiali.

CRITERI PER LA PROGETTAZIONE ED IL DIMENSIONAMENTO

La progettazione richiede pretrattamenti come sedimentazione e trattamenti preliminari per evitare intasamenti e inquinamento del sottosuolo. Il dimensionamento si basa su portate, carichi inquinanti, tipologia di sistema e caratteristiche delle acque reflue, utilizzando parametri come area trasversale, profondità e tempo di ritenzione per garantire efficacia e sostenibilità.

CRITERI PER LA GESTIONE E LA MANUTENZIONE

La gestione corretta e la manutenzione periodica sono fondamentali per mantenere le prestazioni degli impianti. Include il monitoraggio delle piante, la potatura, la gestione dei fanghi e la verifica dell’efficacia depurativa attraverso campionamenti e controlli regolari. La manutenzione preventiva previene malfunzionamenti e garantisce la continuità del sistema.

REFLUI ENOLOGICI - ASPETTI GENERALI

Le acque reflue enologiche derivano dalla lavorazione dell’uva e delle operazioni di vinificazione, risultando altamente organiche e stagionali, con elevati valori di COD e BOD. La loro composizione chimica include zuccheri, alcol, acidi e residui minerali, e sono caratterizzate da elevata variabilità e inquinamento potenziale che può compromettere l’ambiente se non trattate adeguatamente.

SOTTOPRODOTTI e RIFIUTI

Vengono trattati o smaltiti come sottoprodotti o rifiuti, tra cui raspi, vinacce, fecce, solidi da filtrazione e materiali di scarto. La normativa permette l’utilizzo agronomico di alcuni sottoprodotti, come raspi e vinacce, mentre altri, come farine fossili, sono regolamentati come rifiuti con possibilità di recupero o smaltimento specializzato.

TIPOLOGIE DI TRATTAMENTO PER I REFLUI ENOLOGICI

Il trattamento degli reflui enologici richiede un approccio sequenziale, con pretrattamenti (grigliatura, sedimentazione, equalizzazione), trattamenti chimico-fisici e biologici, e sistemi a fanghi attivi o fitodepurativi. In alcune aziende vengono adottate soluzioni innovative come sistemi di fitodepurazione specifici, substrati variabili, inoculi di microrganismi e tecniche di disidratazione dei fanghi, per ottimizzare l’efficienza depurativa.

TRATTAMENTO E APPLICAZIONI SISTEMI FITODEPURATIVI

La fitodepurazione applicata alle acque enologiche può essere adottata come fase finale di trattamento, compatibile con le esigenze di depurazione e rispetto dei limiti di legge. Esempi pratici comprendono impianti in aziende di Alba, Chianti, Bolgheri e altri contesti vitivinicoli, con sistemi a flusso sommerso o libero, utilizzo di substrati e piante vari, e pratiche di riutilizzo per irrigazione o scarico naturale, contribuendo alla sostenibilità ambientale e paesaggistica.

CLASSIFICAZIONE E RECAPITO DEGLI SCARICHI DI REFLUI ENOLOGICI

I reflui enologici sono classificati come acque reflue industriali o assimilate alle domestiche, a seconda della provenienza e delle caratteristiche. Possono essere scaricati in reti fognarie, corpi idrici superficiali o nel sottosuolo, rispettando limiti di legge e norme regionali. La regolamentazione garantisce che lo scarico non comprometta la qualità ambientale, e l’uso agronomico delle acque reflue è ammesso previo controllo e autorizzazione.

UTILIZZO AGRONOMICO DEI REFLUI ENOLOGICI

Le aziende vitivinicole e agroalimentari possono reimmettere le acque reflue come fertilizzanti o per irrigazione, seguendo normative specifiche che tutelano l’ambiente e la salute pubblica. Le pratiche di fertirrigazione devono rispettare limiti di azoto, evitare rischi igienico-sanitari e non utilizzare acque di prima pioggia o di processi enologici speciali. La normativa regionale ne disciplina l’applicazione, con obbligo di comunicazione e controlli.

LA FITODEPURAZIONE- Linee guida e possibilita’ di applicazione ai reflui enologici (it)
Numero di pagine: 26
Paesi di destinazione: Italia

Punti chiave

La fitodepurazione si basa su sistemi artificiali costruiti per riprodurre i processi autodepurativi naturali delle zone umide
Questi sistemi consentono un maggiore controllo e prevedibilità rispetto alle aree umide naturali, offrendo efficaci soluzioni per il trattamento di reflui con elevati standard qualitativi, come quelli enologici.
I sistemi di fitodepurazione sono particolarmente efficaci per il trattamento di reflui organici e di origine industriale, con costi di gestione molto contenuti
Le caratteristiche di basse spese di manutenzione, assenza di odori sgradevoli e possibilità di riutilizzo dell'acqua depurata li rendono alternative sostenibili e convenienti rispetto ai sistemi tradizionali.
La progettazione di impianti di fitodepurazione richiede un approccio multidisciplinare e una corretta caratterizzazione dei carichi inquinanti e delle portate
Una pianificazione accurata è essenziale per garantire l’efficacia del trattamento, soprattutto considerando le variazioni stagionali e la complessità dei reflui enologici, che hanno elevata variabilità di composizione.
Le acque reflue enologiche presentano elevata concentrazione di sostanze organiche biodegradabili e sono soggette a vari picchi stagionali
Questa stagionalità e composizione specifica richiedono impianti di trattamento dimensionati attentamente e spesso integrati con sistemi di accumulo e pre-trattamento per ottimizzare la depurazione.
L’utilizzo di substrati come zeoliti, piante micorizzate, e inoculi di batteri specifici può potenziare significativamente l’efficienza dei sistemi di fitodepurazione
Questi elementi tecnici favoriscono l’adsorbimento di metalli pesanti, migliorano la degradazione di composti complessi e aumentano la capacità di trattamento, rendendo l’impianto più efficace.
Il trattamento depurativo tramite fitodepurazione può essere utilizzato come fase finale in sistemi combinati e come soluzione di finissaggio per acque di alta qualità
Questo permette di rispettare limiti normativi stringenti e di ottenere scarichi compatibili, anche per aree di elevato pregio ambientale, come le Langhe e le zone vitivinicole di pregio.

Fonti