Crisi climatica: l’agricoltura italiana sta già pagando il conto

Da Triple Performance.

Il documento analizza come la crisi climatica stia già pesando in modo pesante sull'agricoltura italiana, influenzando i cicli colturali e mettendo a rischio i raccolti a causa di eventi meteorologici estremi come siccità e alluvioni, con impatti economici e sulla sicurezza alimentare. L’Italia, collocata al centro del Mediterraneo, è particolarmente vulnerabile, con temperature in aumento, eventi estremi più frequenti e risorse idriche in diminuzione, specialmente nelle zone costiere. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi eventi climatici estremi che hanno colpito la produzione di cereali, olio d’oliva, vino, frutta e altri prodotti, causando danni e perdite significative.

Le alterazioni del clima hanno portato a inverni più miti e a una modifica dei cicli vegetativi, ostacolando lo sviluppo di piante perenni e modificando le produzioni agricole, con un’espansione di colture tropicali nel Sud Italia e la ripresa di coltivazioni come il cotone. Dal punto di vista economico, le imprese agricole soffrono di riduzioni nelle superfici coltivate, aumento dei costi assicurativi e calo della qualità dei prodotti, con piccole imprese che rischiano di chiudere o essere assorbite dalle grandi aziende. La volatilità dei mercati aumenta i prezzi e riduce i margini di profitto, aggravando la situazione socio-economica.

Per rispondere a questa crisi, sono indicate pratiche di adattamento e resilienza come l’agroecologia, la riduzione di input chimici, la gestione sostenibile dell’acqua, l’utilizzo di colture meno idroesigenti, la riqualificazione dei paesaggi tramite agroforestazione, il rewilding e pratiche agronomiche innovative come il sovescio, l’irrigazione efficiente e l’uso di tecnologie GIS per la gestione delle risorse. Tuttavia, sono evidenti le carenze politiche e la mancanza di interventi strutturali, con un piano di adattamento nazionale ancora in fase di sviluppo e insufficienti risorse finanziarie.

In conclusione, il documento sottolinea l’urgenza di interventi coordinati, finanziamenti adeguati e politiche incisive per rafforzare la capacità di adattamento del settore agricolo italiano, fondamentale per la sicurezza alimentare, l’economia e la tutela ambientale futura.


Crisi climatica: l’agricoltura italiana sta già pagando il conto (it)
Paesi di destinazione: Italia, Regno Unito, Francia, Turchia

Punti chiave

La crisi climatica sta già compromettendo l'agricoltura italiana
Il settore agricolo italiano, che rappresenta il 27% del PIL nazionale, soffre di siccità prolungate, alluvioni e alterazioni dei cicli di coltivazione, con danni diretti alla produzione e all'economia.
Il cambiamento climatico rende le regioni italiane più vulnerabili, con aumento di eventi meteorologici estremi
L'Italia ha superato la soglia critica di 1,5°C di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali, con un incremento di eventi violenti come grandinate e tempeste, che aggravano le perdite agricole.
Le pratiche di adattamento, come l'agroecologia e la gestione idrica innovativa, sono essenziali ma finora sottoutilizzate
Attività come microirrigazione, agricoltura biologica, terrazzamenti e agroforesta sono riconosciute come soluzioni efficaci ma mancano interventi strutturali ed energie politiche adeguate per implementarle su larga scala.
L'agricoltura italiana sta promuovendo colture tropicali e coltivazioni di cotone a causa del clima più caldo
Negli ultimi anni, sono triplicate le piantagioni di frutta tropicale e sono stati ripresi i coltivamenti di cotone in Sicilia e Puglia, evidenziando un cambio nelle pratiche agricole causato dal mutamento climatico.
Il settore rischia perdite economiche significative se non si interviene prontamente
Secondo stime di Legambiente, senza adeguati interventi di adattamento, l'agroalimentare italiano potrebbe perdere fino a 12,5 miliardi di euro entro il 2050 a causa della crisi climatica.
Le politiche di adattamento sono ancora insufficienti e mancano strumenti e risorse adeguate
Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è parziale e senza fondi specifici, e l'assenza di un osservatorio dedicato rallenta la risposta efficace del settore agricolo.

Fonti