Cacopsylla pyri
La psilla comune del pero (Cacopsylla pyri Linnaeus) è uno dei più importanti fitomizi del pero; a causa dei numerosi interventi chimici, la sua pericolosità è aumentata, riducendo l'efficacia degli antagonisti naturali di questo insetto. Non è, comunque, considerato un insetto dannoso negli agrosistemi condotti con la difesa integrata, la quale ha favorito una ripresa dei nemici naturali della Psilla.
Gli adulti di psilla sono lunghi circa 2.5-3 mm, di colore ocra o brunastro; le ali sono trasparenti e posizionate a tetto spiovente sul corpo.
Le neanidi sono appiattite e di colore giallastro-arancio, che col tempo s'inscuriscono, di colore bruno-nerastro.
Negli stadi giovanili si ricoprono di melata, a scopo protettivo; anche le uova si ricoprono di melata e sono di colore giallo-arancio, inoltre, sono di forma appuntita ad un'estremità mentre nell'altra vi è una coda.
La psilla colonizza i germogli, le foglie giovani, i giovani rami e, talvolta, anche i frutti.
I danni possono essere diretti ed indiretti: i primi riguardano gli arresti vegetativi e deformazioni, con piccole necrosi sui germogli e sulle foglie, a seguito delle punture; i secondi provocano abbondante produzione di melata che provoca asfissie sugli organi verdi e scottature sui tessuti. Inoltre la melata deprezza i frutti e rende i trattamenti inutili; infine, la melata facilita l'instaurarsi dei funghi, che diminuiscono il rendimento fotosintetico, alterando il metabolismo della pianta.
La psilla è anche un vettore di malattie, come la moria del pero.
Questo insetto sverna come adulto e compie 5 generazioni all'anno; l'attività viene ripresa in marzo, con temperature superiori a 10 °C.()