Approfondimento tecnico: colture di copertura 20 maggio 2023

Da Triple Performance.

Il testo analizza le tecniche e le strategie di utilizzo delle colture di copertura in ambito agronomico, con particolare attenzione alle diverse specie e ai momenti ottimali per semina, gestione e terminazione, sia in pieno campo che in ambienti protetti. Lo scopo del documento è fornire indicazioni pratiche e approfondite per migliorare la gestione del suolo, aumentare la fertilità, controllare le infestanti e prevenire patogeni, evidenziando le caratteristiche di ogni coltura di copertura e le tempistiche più efficaci. L'audience principale sono agricoltori biologici, tecnici e ricercatori specializzati in tecniche di coltivazione sostenibile, interessati a ottimizzare le rotazioni e le pratiche di copertura del terreno.

Introduzione e contesto generale

L'approfondimento trattato si basa su visite di monitoraggio presso aziende orticole biologiche della regione, evidenziando l'uso di colture di copertura sia in pieno campo che in ambiente protetto. Queste specie, non destinate alla raccolta, vengono trinciate e incorporate nel terreno per migliorare la salute del suolo, favorire le colture successive, ridurre erosione, contenere infestanti e contrastare patogeni tramite azioni nematocida e biofumigante.

Indicazioni generali sulla gestione delle colture di copertura

Il successo della coltura principale dipende anche da una corretta gestione della coltura di copertura, con particolare attenzione alla preparazione del terreno e alla semina per garantire un'emergenza uniforme. La fase di semina e di terminazione delle colture di copertura deve essere attentamente pianificata per ottimizzare il beneficio agronomico.

Colture di copertura a pieno campo - ciclo autunno-vernino e primaverile

Il miscuglio di cereali autunno-vernini e veccia rappresenta una delle principali colture di copertura, composta da segale, avena e veccia, seminato tra ottobre e novembre. La veccia villosa offre maggiore resistenza al freddo, mentre la semina in febbraio-march può risultare meno efficace a causa di condizioni di terreno asciutto. La trinciatura avviene a inizio fioritura in maggio e l'incorporazione nel terreno deve avvenire entro una settimana, con passaggi successivi di lavorazione per devitalizzare infestanti e preparare il terreno.

Favino e altre leguminose per le colture di copertura

Il favino, seminato tra fine agosto e metà settembre, viene utilizzato come cover autunnale, resistente alle gelate e capace di rinascere a fine inverno. La sua presenza favorisce l'apporto di azoto nel suolo. Altre leguminose, come il pisello da foraggio, sono seminate in primavera, con le colture che raggiungono la fase di fioritura alla fine di maggio o inizio giugno, contribuendo alla fissazione dell'azoto e alla decomposizione rapida.

Colture di copertura a ciclo estivo e spontanee

Per il ciclo estivo, il sorgo è una coltura molto versatile, seminata a maggio, che controlla efficacemente le infestanti e può essere lasciata in campo per un periodo prolungato, fino a fine inverno, con più trinciature. La rucola nematocida e il trifoglio nano sono utilizzate in ambiente protetto come copertura e per il contenimento dei nematodi, con pratiche di sfalcio e incorporazione per favorire la crescita e la gestione delle infestanti. Le essenze spontanee, colonizzando il terreno asciutto durante i mesi invernali, svolgono una funzione simile a quella delle cover seminate, mantenendo il suolo coperto e le relazioni biologiche attive.

Uso del sorgo come coltura intercalare e azione biofumigante

Il sorgo può essere impiegato come coltura intercalare estiva, in successione agli ortaggi primaverili, offrendo benefici di fertilità e controllo delle infestanti. La varietà utilizzata deve essere ricca di durrina, un glicoside che, degradandosi, produce acido cianidrico, tossico per i patogeni del suolo. La raccolta e l'interramento devono avvenire tra gli 80 e i 90 cm di altezza per massimizzare l'effetto biofumigante, contribuendo alla salute e alla fertilità del terreno.

Approfondimento tecnico: colture di copertura 20 maggio 2023 (it)
Numero di pagine: 7
Paesi di destinazione: Italia

Punti chiave

Le colture di copertura migliorano lo stato del suolo tramite diversi meccanismi
L'inserimento di specie come miscugli di cereali, veccia, favino e altre leguminose favorisce l'apporto di carbonio organico, la struttura del terreno, la riduzione dell'erosione e il contenimento delle infestanti, oltre a offrire azione biofumigante e nematocida.
La gestione temporale e fenologica delle colture di copertura è cruciale per il successo
Il momento di semina, emergenza e trinciatura, correlato alle fasi fenologiche (come inizio riempimento della spiga o piena fioritura), determina l'efficienza di incorporamento e la qualità della biomassa prodotta, influendo sulla successiva coltura principale.
Le specie coltivate in precessione ai trapianti devono essere scelte in base a climatico e ciclo, considerando anche la resistenza alle temperature estreme
Leguminose come il favino e specie come il sorgo si dimostrano adatti per sovescio e controllo delle infestanti, con indicazioni specifiche sulla semina e la trinciatura per ottimizzare capacità biofumiganti e azoto fissato.
Le colture di copertura estive, come il sorgo e alcune leguminose, sono efficaci anche in ambienti protetti
Il sorgo, con alta variabilità genetica e azione allelopatica, rappresenta una soluzione flessibile per il controllo delle infestanti e il miglioramento del suolo, anche per la sua resistenza agli stress termici, purché rispettino temperature di germinazione.
L’incorporamento tempestivo dei residui di cover favorisce la decomposizione e il controllo delle infestanti
Dopo la trinciatura, attendere alcuni giorni fino a una settimana permette di ridurre l’umidità e volume dei residui, facilitando lavorazioni di lavorazione ridotta e l’azione devitalizzante sulle infestanti.
L’uso di cover a base di Brassicacee come senape e rafano permette azioni nematocidi e biofumiganti efficaci
La trinciatura al momento di piena fioritura massimizza la concentrazione di glucosinilati, sostanze attive che contrastano i nematodi e i patogeni radicali attraverso il rilascio di composti tossici come l’acido nitrico.

Fonti